Da edificio collabente a casa vacanze: il ruolo del tetto

Quanta importanza riveste una copertura nell’ambito della demolizione e ricostruzione di un “rudere” fatto rinascere grazie alle prescrizioni normative? Dalla componente estetica a quella di protezione dagli agenti atmosferici, passando per le performance energetiche e al raggiungimento delle corrette condizioni di comfort: ecco perché il tetto dev'essere realizzato con grande cura ed attenzione.
Case History Corte Brugnatella

Il concetto di “edificio collabente” è emerso con forza soprattutto negli ultimi anni dopo che lo Stato ha esteso il beneficio delle detrazioni ai sensi dei Super Bonus al 110% anche a questa tipologia di costruzioni; così, grazie a questi meccanismi fiscali, per moltissimi edifici abbandonati e degradati da tempo è stata possibile una trasformazione ed un nuovo utilizzo.

Ma cerchiamo di capire meglio cosa siano le unità collabenti: molto diffuse nel nostro paese - in particolare nel sud Italia e nel Nord Ovest - sono quei fabbricati catastalmente ascrivibili alla categoria F2 che versano in condizioni di rovina e degrado, risultando spesso non più integri ed inagibili. Privi di rendita, frequentemente risultano così danneggiati da essere difficilmente individuabili e perimetrabili, condizioni necessarie per ricadere in questa categoria. 

Ovvero: non possono essere considerati “perimetrabili ed individuabili” e quindi ricadere nell’ambito della ristrutturazione e nelle casistiche di cui ai Bonus al 110% quegli edifici totalmente privi di copertura e della sua struttura portante o di tutti i solai e delimitati da muri aventi un’altezza inferiore ad un metro. Per la ricostruzione di questi ultimi sarà necessario intervenire con l’iter di una nuova costruzione, senza fruire dei Super Bonus.

Le logiche della riduzione del consumo di suolo a seguito di nuove costruzioni (logica di cui sempre più si sente l’urgenza), e quella che sostiene le riqualificazioni energetiche e sismiche attraverso le detrazioni fiscali al 110% trovano una concretizzazione ideale nel rudere abbandonato, il cui recupero non può attuarsi con una semplice manutenzione ma con interventi di demolizione e ricostruzione e quindi attraverso opere strutturali ed impiantistiche decisamente più rilevanti, che devono avvenire, tuttavia, in presenza di impianti termici, anche non funzionanti, che frequentemente non trovano riscontro nella realtà. Rammentiamo infatti che rimane imprescindibile il salto delle due classi energetiche e la preesistenza, comprovata, di un impianto termico: i caminetti, i termocamini, le stufe a legna o pellet che spesso si rintracciano nelle vecchie case anche abbandonate sono considerate “impianti di riscaldamento” dalla normativa in vigore dall’11.06.2020, così da rendere anche questi manufatti degni di riqualificazione ai sensi dei Super Bonus.

Un ulteriore recente chiarimento da parte dell’Agenzia delle Entrate conferma poi la possibilità, come stabilito dal Testo Unico dell’Edilizia, di godere delle detrazioni qualora si prevedano modifiche planovolumetriche e tipologiche, andando così a modificare la consistenza originaria del fabbricato (ad eccezione dei ruderi ubicati nei centri storici tutelati e vincolati).

DETTAGLI DELL'INTERVENTO

Intervento // Demolizione e ricostruzione
Impresa edile // Lombardelli Costruzioni snc
Area Geografica // Corte Brugnatella (PC)
Tipologia edificio // Casa singola
Tipologia Tetto // Tetto a falda
Materiali //
 Tegal - InDax - VitaSafe

Una nuova casa per le vacanze al posto di un edificio collabente

I meccanismi normativi ed i relativi iter amministrativi sopra riassunti hanno permesso ad una giovane coppia con due bambini ed amante della natura, di realizzare la propria seconda casa a partire da un “rudere”.

La Val Trebbia è un luogo incantato di natura, boschi e storia, dove il fiume scende a valle solcando i suoli, incontra l’Abeto, forma bellissime spiaggette ed attraversa piccoli borghi di grande bellezza.

La coppia da tempo frequentava questa zona sia sotto il profilo ricreativo, sia professionale: in quanto titolari di uno studio di architettura (https://studiovert.wixsite.com/studiovert/contatti), negli ultimi anni ha progettato e visto realizzate alcune abitazioni per i propri committenti propri in questi luoghi. E ciò ha portato entrambi  a cercare un appoggio per loro: lontano dalla città ma in un contesto non eccessivamente isolato; anche diroccato ma non troppo fatiscente, già servito anche parzialmente dai sottoservizi per non dover incorrere in ristrutturazioni troppo impegnative; con una bella vista ed uno spazio esterno praticabile anche dai loro figli, così da concedere piccole esplorazioni non pericolose.

E’ così che in un luogo meraviglioso, selvatico ed aspro, dove si gode di una meravigliosa vista a 360°, si imbattono in quel “rudere” che li fa innamorare, complice anche una quercia che da tempo ombreggia rigogliosa l’intorno di quel che resta del fabbricato. Ci troviamo ai margini di una piccola borgata in cui vivono due o tre famiglie stanziali, che sovraintendono al sito ma ponendosi a 50 metri dalla costruzione, così da rappresentare il perfetto connubio tra difesa della privacy e contatto con gli abitanti del posto.

La consistenza dell’edificio con cui i due progettisti/futuri proprietari si confrontano consiste in due corpi contigui e posti non in linea, come sovente accade, bensì definendo una modesta e originale inclinazione tra loro. L’abitazione affiancava il portico e si concludeva con una piccola tettoia. 

corte brugnatella

La nuova casa delle vacanze deve rispettare i luoghi, reinterpretare le tipologie locali consolidate definendo nel contempo un nuovo edificio fresco, attuale e giovane, pulito e lineare, facile e pratico, con spazi ben studiati sotto il profilo distributivo.

Il progetto prevede che i due corpi divengano abitazione e la tettoia il locale tecnico; che si mantenga la sagoma preesistente, cosa che conferma il confine con la strada vicinale posta sul retro, in uso ai contadini locali per accedere ai campi ed agli orti posti poco sopra il nucleo abitato ed ai tanti che si avventurano sulle montagne raggiungendo le alture percorrendo i sentieri tracciati nel tempo. L’inclinazione tra i corpi mantiene e quasi abbraccia il piccolo spiazzo piano antistante le facciate principali, ove sorge una nuova pergola e si gode il fresco all’ombra della quercia.
Il progetto, come anticipato, si fonda sull’intervento di demolizione e ricostruzione e sulla possibilità di beneficiare delle detrazioni energetiche e sismiche al 110%. 

Amministrativamente l’iter a cui affidarsi è “semplificato”: una SCIA, anziché un vero e proprio permesso di costruire; e questo grazie al mantenimento del filo stradale, alla dimostrazione delle preesistenze attraverso il reperimento di foto aeree datate e alla definizione di una nuova volumetria addirittura inferiore a quella in atto.

I sottoservizi principali erano esistenti, a facilitare le cose: fognatura e acquedotto. E’ stato invece necessario definire ex novo l’allacciamento per la luce elettrica.

Il nuovo assetto strutturale non poteva che determinare il miglioramento sismico del manufatto, originariamente privo di fondazioni e crollato anche per questo, oltre che per l’incuria. Un miglioramento che trascina con sé le detrazioni al 110% ed è dato da fondazioni approfondite, da setti e pilastri in cemento armato oltre che da un doppio solaio che crea un’alta intercapedine orizzontale, ventilata e funzionale, pur mantenendo il pavimento del piano terreno al piano campagna circostante.

Nella demolizione si conservano gli antichi sassi che realizzavano le murature; nei paramenti esterni definiti da blocchi in laterizio a cui viene in soccorso un cappotto termico esterno da 16 cm di xps, questi hanno realizzato il rivestimento lapideo degli spalloni laterali e del basamento che stacca l’edificio da terra. Alcune pietre più nuove hanno invece rivestito la nuova tettoia.

L’involucro ed il sistema riscaldante (sistema a pellet e fotovoltaico con pompa di calore) sono stati individuati nel rispetto delle normative energetiche e del conseguimento del doppio salto di classe: con quanto predisposto si è raggiunta la classe A4.

Ai lavori è stato dato l’avvio nel luglio 2021 e la casa è già utilizzata.

Il ruolo del tetto nella demolizione di un rudere e nella fase di ricostruzione

Nell’ambito del Sisma e dell’Eco Bonus al 110%, è fondamentale raggiungere assetti strutturali migliorativi, definire l’involucro che connota l’edificio in ogni sua parte ed il sistema riscaldante in modo tale da verificare le condizioni individuate dalle norme.
Ecco che il tetto, parte integrante dell’involucro e manufatto grandemente esposto agli agenti atmosferici, riveste - come sempre raccontiamo - un ruolo rilevante. 

Sotto il profilo strutturale, l’orditura lignea era fatiscente e necessitava di una completa ridefinizione.

Volendo connotare la costruzione assecondando un’ondata di equilibrata modernità, il larice, visibile anche dall’interno nei locali realizzati a tutta altezza, è stato sbiancato. Nessuno sporto va oltre la sagoma, sottolineando la modernità dell’intervento e la pulizia dei volumi.

Nel momento in cui si è trattato di studiare il tetto, la committenza si è rivolta a BMI WIERER, i cui modelli di tegole erano già noti e selezionati per altri progetti dello Studio.

Al fine di definire un sistema tetto più corretto, efficiente e duraturo possibile, in sede progettuale i tecnici/proprietari si sono affidati a BMI EXPERT, il servizio di consulenza tecnica gratuita messo a disposizione da BMI.

Nello studio della geometria della copertura e delle peculiarità climatiche locali, delle esigenze energetiche e di sicurezza proprie del caso, sono state analizzate le seguenti proposte, poi realizzate:

  1. La tegola in cemento Tegal Innotech protector grigio scuro rappresentava il modello più adeguato rapportandosi sia alla sintesi estetica dell’edificio, sia al paesaggio circostante. Il suo profilo piano e lineare e la colorazione grigia si avvicinavano alla pietra montana. Anche l’impresa (Lombardelli Costruzioni snc di Carpaneto Piacentino) ne sosteneva l’utilizzo, data una certa familiarità con la sua posa. Tale tegola ha richiesto attenzione sia nell’inserimento di alcuni pezzi speciali (paraneve ma soprattutto elementi di aerazione, indispensabili per garantire la ventilazione sotto manto e scongiurare la formazione di condense e muffe) sia nella sua posa, dovendo in una falda garantire la protezione del sistema isolante trovandosi al di sotto dell’inclinazione minima in cui garantisce l’impermeabilità all’acqua (35%). Per questo in essa si è raccomandata la riduzione del passo di posa e l’inserimento di un sistema di impermeabilizzazione secondaria sotto manto particolarmente efficace.

  2. Si è sottolineata la necessità di fissaggio di alcuni elementi del manto, data la sismicità locale, debole ma non trascurabile (ascrivibile alla classe sismica precedentemente definita 3); per questo si è raccomandato il fissaggio di una tegola ogni tre lungo i perimetri delle falde con appositi ganci.

  3. L’esigenza di ottenere una classe energetica elevata ha comportato l’inserimento di un sistema isolante definito da 20 cm di fibra di legno, adeguati teli traspiranti sulla struttura lignea e membrane di impermeabilizzazione secondaria sotto manto differenti, in funzione della pendenza delle falde.

  4. Nel rispetto di quanto previsto in Emilia Romagna per le ristrutturazioni rilevanti e della sensibilità dei progettisti/proprietari - specie in considerazione della presenza sul tetto di elementi impiantistici che richiedono manutenzione -, è stato predisposto un sistema anticaduta definito da elementi lineari a pali deformabili, coadiuvato da ganci puntuali nelle zone a maggior rischio.

  5. Sempre in ottica di efficienza energetica, di Super Bonus al 110% e di utilizzo di fonti rinnovabili, la committenza ha fortemente voluto InDax, il sistema fotovoltaico a totale integrazione architettonica, il cui accostamento con la tegola scelta è particolarmente coerente. Pur non essendo presente alcun vincolo paesaggistico, i proprietari desideravano inserire una soluzione il meno impattante possibile. I complessivi 4,5 kWp di fotovoltaico con accumulo sono sufficienti per l’utilizzo delle componenti elettriche in una seconda casa, specie in estate, quando la casa è vissuta con maggiore intensità. Il sistema, che occupa gran parte delle falde, ha richiesto una certa esperienza da parte delle maestranze, specie nel raccordo tra le falde che si inclinano l’un l’altra.


    La cura con cui oggi pensiamo un nuovo edificio, anche quando sorga da vecchie vestigia, non può che produrre effetti positivi sul nostro vivere domestico, sull’ambiente e sul paesaggio circostante. Questo non solo fa bene a tutti noi ma rifonde nuova dignità a costruzioni che meritano una nuova vita. Il tetto di BMI WIERER supporta tutto questo.

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