Il progetto di un tetto in legno: la cantina Rostagno

La realizzazione che vi raccontiamo si trova nelle colline Canavesane e rappresenta un bell’esempio di architettura che riunisce attività lavorativa e residenza a partire da una demolizione con ricostruzione ed ampliamento di un antico edificio. Una realizzazione che concilia sogni, necessità abitative e produttive e rispetto per il luogo.
Cantina Rostagno progetto
Tegola Coppo Domus per la CANTINA ROSTAGNO
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La Cantina Rostagno e la sua storia


La realtà vitivinicola Rostagno nasce da un’esperienza di autoproduzione di famiglia: da generazioni sulla collina del canavese, nelle vicinanze di Torino, si produce vino per il consumo famigliare. Il territorio qui ha sempre avuto vocazione vitivinicola, senza tuttavia richiamarsi ad una cultura scientifica consapevole: semplicemente si poteva godere delle caratteristiche del suolo, adattissimo a questa coltura grazie alla prevalenza sabbiosa. Una sapienza pratica locale fatta di tante piccolissime realtà che si ergevano faticosamente su muretti a secco in pietra e stretti terrazzamenti, unica soluzione ammessa tra i declivi scoscesi. Colture eroiche, alcune di vecchissimo impianto, dove si lavorava tutto a mano. Solo i più recenti vigneti permettono, oggi, un minimo di meccanizzazione.

Nel 1994 per la famiglia Rostagno avviene la svolta: un improvviso cambiamento lavorativo del proprietario lo porta necessariamente a fare del vino una professione anzichè un hobby, costringendolo a fare investimenti più cospicui in questo settore. E così a poco a poco si cercano nuove terre e si acquistano lotti: acquisizioni che avvengono con grande fatica per via del profondo attaccamento alla terra delle vecchie famiglie, che non se ne vogliono liberare; così nel tempo l’azienda arriva ad operare su circa 4 ettari.

La famiglia già disponeva di una cantina nella vecchia casa posta nella frazione Macchia, più volte soggetta a trasformazioni. Ma negli ultimi anni sorgono nuove necessità: per questo la proprietà lascia l’antica dimora familiare ed acquisisce, a poca distanza dalla borgata, il rudere di un vecchio edificio in pietra del XVII secolo, circondato dai boschi e da un paesaggio selvatico, con una splendida vista sulla città torinese. L’azienda si amplia e si sposta in un luogo di grande bellezza fatto di vigne, boschi e silenzio.

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La soluzione: una casa di legno in tronchi

Il proprietario e la compagna decidono così di realizzare la loro nuova sede con l’obiettivo di stabilirvi la casa “dei sogni” ma anche una nuova cantina, più capiente e moderna, nel rispetto delle indicazioni dell’ASL sempre più attuali e stringenti.

Materiali e soluzioni tipologiche dovevano richiamarsi alla tradizione perché la proprietà è amante delle cose di una volta, pur deviando, talvolta, con piccoli aggiustamenti legati alla praticità, all’evoluzione tecnologica ed alle nuove esigenze normative; nelle borgate storiche le case erano tutte in pietra, con balconi a ballatoio in legno e lose. Ma la tradizione si è un po’ persa nel tempo: non sempre la manodopera locale sa riportare in vita i vecchi sistemi e posare sapientemente certi materiali, se non a fronte di costi elevatissimi, per cui anche l’Amministrazione si trova a tutelare alcuni valori, pur comprendendo le necessità di oggi. L’isolamento dell’edificio rispetto alla borgata storica, infine, ha permesso alcune variazioni, benchè qualitative.

Il progetto si confronta con vincoli paesaggistici che tutelano la zona, considerata di pregio: l’Amministrazione locale consente la demolizione con ricostruzione anche discostandosi dalla tipologia costruttiva locale tipicamente “a stecca”, pur con alcune prescrizioni. Queste si concretizzano, ad esempio, nella realizzazione del rivestimento esterno del piano terreno con pietra di recupero proveniente dalla vecchia abitazione; la stessa muratura diviene sede delle antiche iscrizioni rinvenute in sito, che riportano date e simboli incomprensibili, legati a culture e tradizioni che oggi fatichiamo a riconoscere.

Il primo desiderio che il progettista, arch. Maurizio Grosso di Cuorgnè (TO), deve soddisfare è di progettare una casa interamente in legno: il contesto abitativo che i futuri proprietari ritengono ideale, desiderando una residenza sana, che respiri e ben si adatti al luogo.

L’edificio dovrà contenere e promuovere l’intera attività produttiva della cantina, con l’obiettivo futuro di organizzare piccoli eventi e garantire un minimo di ospitalità.

La soluzione individuata è definita da una tipologia “in tronco pieno”, di derivazione nordica e poco frequente in Italia, il cui produttore ha sede in Lituania, dove la coppia di committenti si è recata per visitare alcuni esempi già realizzati, innamorandosene sempre di più: una casa artigianale, fatta tutta a mano attraverso abili incastri, montata nel solo arco di un mese da una manodopera specializzata ed esperta. Impresa non comune anche relativamente agli aspetti logistici: non è stato certo facile organizzare il trasporto con i bilici per le estese travi in arrivo dalla Lituania, necessitando poi di un trasferimento con mezzi più piccoli per arrivare al cantiere, isolato ed accessibile attraverso una stretta strada di campagna.

L’involucro esterno è totalmente in legno: per rispettare la normativa italiana in termini termoigrometrici è stato necessario realizzare un cappotto interno in fibra di legno (cosa che non avviene nel nord Europa, caratterizzato da condizioni climatiche differenti).

Due sono le soluzioni che definiscono la muratura esterna al pian terreno: verso valle è stata definita una struttura classica in cemento armato con tamponamenti lignei a telaio, mentre verso monte sono presenti muri controterra in cemento armato. Dal primo piano fino al tetto le pareti esterne sono poi solo realizzate in legno.  Le murature interne sono state costruite in parte in legno (quando si desiderano mantenere a vista), in parte in cartongesso; i solai che dividono la cantina dal pian terreno abitativo sono invece in lastre predalles.

Il nuovo tetto di cantina Rostagno tra i colli Canavesi

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Troverai esempi di stratigrafie, verifiche termo-idrometriche, dettagli costruttivi e schede tecniche dei materiali e degli accessori che compongono un fascicolo tecnico di BMI Expert.

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Il tetto della cantina: sostenibile e tradizionale

Anche la copertura è legata all’esperienza lituana: normalmente abituata a semplici tetti a capanna, la manodopera nordica si è trovata qui ad affrontare, nell’assetto portante, la sfida di una geometria complessa. Il manto - scartata l’ipotesi della losa in pietra, costosa ma soprattutto impegnativa per il suo peso - doveva essere tradizionale e caldo ma anche attuale e sostenibile. Composto da varie porzioni a capanna che si intersecano perpendicolarmente tra loro a quote differenti, è stato realizzato con la tegola in cotto Coppo Domus rustico fiammingo di BMI WIERER: una tegola suggerita dall’impresa locale, dal profilo antico, romantica, sfumata, mescolata, con colori diversi che si accostano a terra e sabbia.

Coppo Domus

Completano e rendono funzionale il manto tutti i pezzi speciali coordinati, quantificati e distribuiti secondo la normativa (tegole paraneve, di aerazione, colmi, finali, ...).

Il Sistema BMI in fibra di legno rappresenta il sistema interagente ventilato ideale, poiché dà continuità al sistema isolante definito a parete:

sistema tetto in legno
  • sull’assito è stata posizionata la membrana Vapotech 160 2S: uno schermo controllo vapore in polipropilene, impermeabile all’acqua ed al vento, che permette un passaggio controllato del vapore

  • 8+8+2 cm di fibra di legno realizzano lo strato coibente dalla doppia densità; un sistema massivo, decisamente idoneo a risolvere le problematiche termiche estive, particolarmente resistente ai carichi, apporta un’atmosfera interna sana e naturale. E’ un materiale riciclabile, ecologico, rispettoso dell’ambiente. 

  • conclude la stratigrafia la membrana Divoroll Universal S Hyper, sintetica traspirante e impermeabile all’acqua, composta da filamenti in polipropilene.

Particolari del tetto in legno

I pannelli del sistema solare termico e fotovoltaici in appoggio contribuiscono alla sostenibilità ed all’autonomia energetica dell’immobile, assecondando le necessità di fonti rinnovabili richieste dalla legislazione piemontese sulle nuove edificazioni.

Pannelli solari cantina Rostagno

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