La scelta dell'installatore dei dispositivi anticaduta sul tetto

In ogni momento dobbiamo garantire l’incolumità di chiunque operi in copertura, come antennisti, manutentori, installatori di impianti. Per poterlo fare vanno definite anticipatamente tutte le condizioni informative, progettuali, operative necessarie. Anche la scelta dell’installatore rappresenta un’azione di grande responsabilità. Vediamo come valutarne la scelta.
Tecnico certificato BMI Roof Pro
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Sicurezza in copertura: alcuni principi progettuali di base


In termini progettuali, e non solo, più limitiamo le lavorazioni in quota, meglio è. Quando questo non è possibile, dobbiamo cercare di contenere il più possibile i tempi di esposizione al rischio di caduta, circoscrivere gli spazi in cui si opera e prediligere sistemi di protezione collettiva certificati (ponteggi, parapetti, reti anticaduta, …).

Copertura casa al mare


L’organizzazione del lavoro assume un ruolo prioritario. La tecnologia ci viene in aiuto, ad esempio, attraverso moderni sistemi di monitoraggio e diagnosi che evitano all’operatore di salire in quota e gli consentono di operare dal basso.
Prevedere percorsi lineari, privi di ostacoli e sistemi potenzialmente pericolosi come passatoie e scavalchi in quota o utilizzare mezzi meccanici che non necessitino di salire su cassoni rappresentano altri esempi progettuali orientati alla sicurezza.

Sempre in ottica preventiva, dobbiamo ricordare che tutte le fasi operative debbono avvenire in sicurezza, ancor prima che l’operatore raggiunga la quota. Per questo dobbiamo valutare preliminarmente i passaggi e gli accessi, ricordando che vanno privilegiati sistemi di salita sicuri e protetti, meglio se scale permanenti protette da corrimani e superfici antiscivolo, cestelli, scale con gabbia e, qualora non si possa che utilizzare scale portatili in appoggio, che queste possano essere rese solidali all’edificio.

Relativamente alle uscite in copertura, sono preferibili quelle dall’interno attraverso abbaini e/o lucernari, maggiormente protetti anche dalle intemperie. Le aperture sul tetto possono essere verticali, inclinate o a soffitto, con dimensioni minime stabilite dalla legge al fine da non impedire il passaggio di persone, materiali ed attrezzature. Innanzitutto deve essere verificata l’idoneità statica del solaio che consente lo sbarco in copertura, al quale si richiede di essere calpestabile, per evitare di camminare su controsoffitti o impalcati leggeri. In termini dimensionali:

  • l’apertura orizzontale o inclinata deve avere una superficie non inferiore a 0,50 mq e una larghezza non inferiore a 70 cm con apertura a libro;

  • l’apertura verticale in copertura: la norma definisce sia base che altezza dell’apertura rettangolare, deve avere una larghezza non inferiore a 70 cm ed un’altezza non inferiore a 1,20 m;

  • se circolare, l’apertura deve avere un diametro di almeno 80 cm.

Navigazione veloce

Come affrontare il lavoro in quota

Ricordiamo che la formazione e l’informazione sono due aspetti imprescindibili in termini di sicurezza.
E’ necessario che chi è chiamato ad operare sul tetto abbia valutato preliminarmente le condizioni specifiche, sia attraverso un sopralluogo accurato, sia attraverso l’analisi della documentazione di progetto.
Il sopralluogo permetterà all’operatore di comprendere:

  • la geometria della copertura (pendenze in atto, dislivelli, ostacoli, elementi emergenti quali comignoli, torrette, abbaini…)

  • l’esposizione delle falde (per evitare scivolamenti sulle parti più esposte a nord di prima mattina, ad esempio)

  • lo stato di conservazione del manufatto (eventuale degrado, stabilità del manto…)

E’ bene diffidare di coloro che non indagano effettivamente le peculiarità del sito e dell’intervento da affrontare: il rischio di incidente aumenta in assenza di informazioni adeguate. L’analisi della documentazione di progetto permetterà di comprendere:

  • la staticità della struttura: il tecnico strutturista di riferimento avrà certamente condotto un analogo sopralluogo e redatto una Verifica di idoneità statica di quanto in atto, avvalendosi - quando necessario - di eventuali prove di resistenza aggiuntive, così come previsto al punto 5 della UNI 11560;

  • la distribuzione dei dispositivi anticaduta prevista, con tutte le indicazioni grafiche, quantitative e qualitative delle componenti individuate;

  • le schede tecniche messe a disposizione dal produttore dei dispositivi e le relative certificazioni.

Sarà inoltre indispensabile confrontarsi con quanto stabilito in termini di soccorso e di emergenza, in modo da agire tempestivamente e consapevolmente in caso di incidente.

Ricordiamo che un lavoratore che opera in quota è tenuto obbligatoriamente, in relazione alla legislazione nazionale in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, D. Lgs. 81/08 e s.m.i., ad essere adeguatamente formato ed addestrato dal datore di lavoro per il corretto utilizzo dei DPI tutte le volte che si operi ad un’altezza superiore ai due metri (e quindi certamente sui tetti). L’operatore, in relazione alle diverse tipologie di lavorazione da eseguire, come interventi di rifacimento del tetto oppure interventi più mirati a parte della copertura, dovrà adottare idonei sistemi di protezione selezionati anche in funzione del rischio, in modo da limitare il più possibile o impedire il rischio di caduta dall’alto. Inoltre dovrà attenersi al Piano di Sicurezza e fornire il relativo POS.

Sempre rimanendo in tema istruttorio, l’installatore dovrà conoscere le altre eventuali istanze autorizzate redatte dal progettista in relazione all’entità degli interventi da compiere, ma sarà in ogni caso stato predisposto l’ETC (Elaborato tecnico della Copertura). Nelle Regioni in cui vige l’obbligo di predisporre sistemi anticaduta questo documento deve necessariamente essere allegato alle istanze da depositare in comune oltre che essere fornito al committente per le future manutenzioni. Laddove invece non vige l’obbligo ma si è comunque deciso di installare un sistema anticaduta, l’ETC va redatto e conservato da parte del committente.

Cantiere ristrutturazione

Scarica scheda dispositivi anticaduta

Scarica la scheda tecnica di sintesi dei principali sistemi anticaduta che puoi prevedere nel tuo progetto.

Scarica la scheda tecnica

L’importanza dei DPI

Qualora non sia possibile essere protetti da sistemi collettivi – sempre da privilegiare specie se sull’immobile devono essere attuate lavorazioni più consistenti ed estese - sarà necessario utilizzare i sistemi di ancoraggio anticaduta in abbinamento ai DPI, oltre che essere stati soggetti ad un buon addestramento.

Ricordiamo che un sistema anticaduta deve essere ben noto all’operatore ed è composto da 4 elementi fondamentali:

  • Punto di ancoraggio certificato
    Vero
    elemento-chiave della sicurezza, costituisce il nodo più critico a cui si deve l’incolumità del lavoratore, perché rappresenta un punto solidale alla struttura portante che lo tiene ancorato in caso di caduta. Deve essere sufficientemente resistente, fissato a sua volta ad una struttura stabile, in grado di resistere – secondo la normativa italiana ed europea - ad una forza che varia in base ai dispositivi (12 Kn per gli ancoraggi puntuali tipo A - come ganci e/o cordini - mentre per le linee vita è variabile in base all’altezza dei pali, al tipo di linea deformabile/indeformabile ed alla lunghezza delle campate). Gli ancoraggi devono essere conformi alle normative UNI . L’installatore dovrà attenersi strettamente alla Relazione di Calcolo redatta dallo strutturista che si sarà confrontato con la tipologia di struttura esistente o in progetto ed avrà stabilito la natura dell’ancoraggio.
    Si ricorda che non si dovrà operare alcun collaudo sui dispositivi predisposti: la solidità dei dispositivi e dei relativi fissaggi sarà garantita dalle Certificazioni disposte dai produttori e dalle Relazioni di calcolo; eventuali ulteriori prove di trazione potranno essere effettuate SOLO se previste dai Produttori e con le modalità da essi identificate.
    Sulla classificazione degli ancoraggi, che possono essere temporanei (norma UNI 795/2012) o permanenti (norma UNI 11578/2015) rimandiamo al precedente post.

Esempio di progettazione anticaduta


  • Imbracatura da lavoro
    Deve essere conforme alla normativa UNI vigente, al tipo di lavorazione da compiere correttamente indossata e ben conservata.

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  • L’insieme degli elementi di connessione (connettori, dissipatori, cavi)
    Collegano l’imbracatura al punto di ancoraggio. Possono essere anticaduta (ovvero dissipare le energie riducendo le forze che si sviluppano durante la caduta e che si trasmettono al punto di ancoraggio ed al lavoratore) o di posizionamento (non evitano o riducono i danni da caduta ma consentono di mantenere una posizione sicura ed evitano la caduta stessa).

Linea Vita tipo A ancoraggi puntuali

  • Procedura di discesa e salvataggio
    Fermo restando che l’emergenza al lavoro non dovrebbe esistere, è sempre necessario configurare la situazione peggiore possibile, considerando che, anche nei casi in cui tutti i sistemi di protezione siano stati previsti correttamente, sussiste sempre il margine di errore ed accidentalità. Per questo il datore di lavoro deve sempre prevedere una procedura di discesa e salvataggio. Si deve innanzitutto valutare la reale situazione di pericolosità e riportare il lavoratore - ferito o privo di sensi - in una posizione sicura in tempi rapidi, agendo nel contempo senza mettere a repentaglio la vita di altri. Nei casi più gravi occorre tempestivamente allertare il soccorso sanitario e/o i Vigili del Fuoco.

Esempio linea vita sul tetto wide


Negli altri è possibile demandare il recupero ai compagni di squadra che operano in copertura, secondo le tre diverse modalità:

ACCESSO DALL'ALTO CON USCITA VERSO IL BASSO
Questa manovra permette ad un operatore di calarsi con una fune per raggiungere l’operatore caduto in stato di incoscienza o di consentire all'operatore caduto cosciente di ridiscendere fino al punto di uscita ;

ACCESSO DALL'ALTO CON USCITA VERSO L'ALTO
In caso di impraticabilità dell’uscita dal basso questa manovra permette ad un operatore cosciente di uscire dall’alto o di calare un operatore che poi consente il recupero verso l’alto

SISTEMA DI RECUPERO ASSISTITO CON PARANCO, UTILIZZANDO ATTREZZI MECCANICI IN FUNE SINGOLA
Questa manovra permette all'assistente di recuperare verso l'alto un operatore. La manovra è effettuata da luogo sicuro. L'uso del paranco diminuisce lo sforzo necessario per il recupero.

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Come scegliere un installatore

In Italia la normativa di riferimento, come già evidenziato sopra, è la UNI 11578 / UNI 795 che non prevede alcun obbligo per gli operatori ad avere un’abilitazione particolare, né ad essere iscritto ad Albi specialistici né ancora ad avere frequentato obbligatoriamente corsi di formazione in termini di sicurezza. Diventa pertanto complicato selezionare un installatore esperto.

Sarebbe buona norma verificare che questi abbia seguito il maggior numero di corsi di formazione possibile sull’argomento e sui vari aggiornamenti, normalmente tenuti dalle aziende produttrici ma anche da enti formatori terzi (Scuole edili, enti provinciali, regionali, sindacali, ad esempio).

Formazione BMI Roof Pro Linea Vita

Quel che è certa, oltre alla responsabilità permanente del Committente, è l’obbligatorietà da parte degli installatori di fornire la Dichiarazione di Conformità sui sistemi di ancoraggio che li rende responsabili dell’idoneità del sistema posato e la Dichiarazione di regolare esecuzione, che attesterà le corrette modalità di posa in relazione alle indicazioni riportate nel Manuale fornito dal produttore e dal tecnico abilitato che avrà redatto l’ETC e la Relazione di calcolo.

Ogni forma di ancoraggio diversa da quella indicata rientra nella valutazione di rischio del datore di lavoro, che se ne assume la responsabilità. Un installatore può agire sostanzialmente in due situazioni:

  1. nella prima la copertura di cui si occupa è priva di dispositivi anticaduta: questa rappresenta per certi aspetti la situazione più “facile”, poiché si va a posare un sistema anticaduta “nuovo”, funzionale, che va predisposto man mano che si accede alla copertura a partire dall’uscita sul tetto, seguendo le indicazioni di posa contenute negli elaborati e nei documenti progettuali forniti. Chiunque salirà in seguito sul tetto per qualunque altra lavorazione disporrà di un sistema adeguato, efficace e sicuro;

  2. nella seconda il lavoratore deve operare affidandosi a dispositivi anticaduta esistenti: questa situazione è più temuta, perché ci si deve fidare di quanto approntato da altri, di cui non si conosce l’esperienza e la cura operativa. In questi casi occorre agire con cautela, verificando preliminarmente la tenuta dell’insieme. Qualora la verifica preliminare non desse buon esito, conviene ripristinare la funzionalità dei dispositivi o sostituirli in toto.

  Pertanto ecco alcuni accorgimenti per la scelta di un installatore:

  • accertarsi della sua preparazione: informiamoci sulla sua formazione attraverso la verifica delle attestazioni rilasciate in ambito di sicurezza e sull’attendibilità dell’ente che le ha prodotte; verifichiamo la sua conoscenza dei DPI, del loro utilizzo e della legislazione specifica vigente

  • confermare la sua professionalità: verifichiamo che conduca un sopralluogo puntuale, che si sia confrontato con tutta la documentazione specifica (verifiche statiche se presenti, Relazione di calcolo, ove previsto dalla normativa regionale dall’ETC o comunque dagli elaborati di distribuzione e definizione dei dispositivi, schede tecniche, Manuale di posa, piano di soccorso) e che si confronti anche con le eventuali istanze amministrative prodotte (Permessi di Costruire, SCIA, CILA o altro), specificamente redatte e trasmesse agli enti competenti in relazione alle opere da eseguirsi. 

  • verificare la sua esperienza, magari attraverso referenze effettivamente riscontrabili

  • essere certi che sia coperto da un’adeguata assicurazione: le lavorazioni in copertura sono delicate perché frequentemente avvengono in luoghi urbani densamente abitati. E’ necessario pertanto accertarsi che il cantiere sia stato allestito nel rispetto della viabilità, del transito di mezzi e persone e che non arrechi danni a manufatti e terzi.

Parliamo infine di responsabilità: con il rilascio della Dichiarazione conformità e di regolare esecuzione, che sottolineano l’aderenza alle norme ed a quanto indicato da strutturista e produttore, l’installatore diventa responsabile di quanto approntato fino al momento della verifica successiva, normalmente visiva (a meno che si verifichi la sussistenza di condizioni di instabilità che devono condurre ad accertamenti più approfonditi), la cui scadenza temporale è indicata dai produttori dei dispositivi stessi.

Per una consulenza tecnica in merito ai dispositivi anticaduta ed al loro progetto è possibile scrivere a vitasafe@bmigroup.com. Può essere altrettanto utile contattare il servizio BMI Roofpro, la rete di esperti posatori certificati e formati da BMI anche in merito alle questioni inerenti alla sicurezza.

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Un progetto che rappresenta “l’iter costruttivo ideale”, frutto della collaborazione attiva tra una committenza consapevole, progettisti, maestranze qualificate e, non ultimo, una comunità avvolgente.

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